I RICHARD

Nucleo originario di S. Cristoforo Gindrad
Tinelli Giulio Richard

Il nucleo originario di S.Cristoforo.

La porcellana in Lombardia agli inizi del secolo XIX. Da un Rustico sorge la prima fabbrica di porcellane.

La Lombardia si trovava agli inizi del 1800 carente di ogni tipo di iniziativa nel campo della porcellana. La dominazione spagnola aveva largamente rispettato l' autonomia cittadina e le stesse "Costituzioni dello Stato Milanese", ufficialmente promulgate da Carlo V, erano state scritte da giuristi lombardi. Tale autonomia fu quasi del tutto perduta sotto il domino Asburgico, dove i milanesi erano semplici "sudditi" e non "corpo di Stato". Nel Lombardo-Veneto regnava dunque l' ordine, progredivano i commerci, ma non c' era posto né incentivo per iniziative industriali. Un' altro elemento del ritardo lombardo era la mancanza del caolino nelle terre locali: per questo la tradizione milanese era rivolta alla maiolica anziché alla porcellana. Così i primi fondatori delle fabbriche di porcellane nel Milanese, dove la carenza di produzione di queste era assoluta, si decisero proprio poiché ritenevano di aver scoperto in più luoghi della Lombardia le terre caoliniche adatte alla produzione mentre in Europa già da oltre un secolo erano stati scoperti giacimenti del minerale in seguito alle ricerche degli arcanisti.

Da un Rustico sorge la prima fabbrica di porcellane.

Il nucleo originario della fabbrica risale al 1710, quando l' Ing. Ruggeri ottenne dal Luogo Pio di S.Antonio l' investitura di uno stabile rustico, in luogo del quale edificò una casa di campagna. Nel 1809 pervenne a Vincenzo Banfi, dopo vari proprietari e già trasformata in villa neoclassica.

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Egli vi fece delle opere per ridurla a scopo industriale, convinto di poter sfruttare come forza motrice il Naviglio. Nel 1811 lo stabile fu acquistato dai fratelli Orelli che vi attivarono una fabbrica di vetri e cristalli, attiva fino al 1830. Precisamente era situata di fronte alla chiesetta di S.Cristoforo, nei "Corpi Santi" o Suburbi di P.ta Ticinese a circa 2 Km dalla Porta stessa. Gli Orelli avevano acquistato dall' Imperial Regio Demanio una adeguata "ragion d' acqua". Nel 1830 la villa, annesso campello e ragion d' acqua furono ceduti ai Gindrad, dei francesi appena arrivati a Milano e che cercavano secondo il loro disegno industriale un fabbricato che si addicesse a officina, dotato di forza motrice per le macine, i miscelatori e i torni.

La gestione Gindrad.

Francesco ed Emilio Gindrad, padre e figlio, provenivano da Parigi insieme al loro socio O.Billet e nella città francese Emilio dirigeva il piccolo atelier ceramico della "rue des Gresillons". Il loro tentativo, tardivo ma altrettanto volenteroso, di introdurre nel Milanese (che ne era privo) la fabbricazione della porcellana, non ebbe però il successo sperato. Nel 1830 fondarono la Società Gindrad, con un capitale di 400 azioni da Lire 1000 austriche cadauna, un cifra considerevole. Ma la società fu legalmente costituita dopo la vendita delle prime 52 azioni. La sede operativa della Fabbrica delle Porcellane Lombarde fu nello stabile di S.Cristoforo ed ebbe altri due depositi in città e una succursale a Treviso (in piazza Maggiore).La porcellana, prodotto di un artigianato artistico di lusso ricercato dai grandi signori per la sua rarità, aveva ormai fatto il suo tempo: aveva avuto un' ultima reviviscenza e fulgore nella "Vecchia Parigi" degli ateliers di fine Settecento. Di questa produzione i Gindrad avevano fatto parte. Già con il periodo napoleonico la produzione di porcellana era entrata in crisi: riuscivano a superarla le manifatture statali come in Francia, Germania e Austria oppure quelle in grado di industrializzarsi nel senso valido della parola. Le nuove fabbriche (come la Dortu-Richard di Torino) riuscirono a sopravvivere affiancando la fabbricazione della maiolica fine, di più facile e sicura lavorazione, di quasi altrettanto bell' aspetto pur essendo vendibile a minor prezzo. Bisogna ricordare che la cottura della porcellana era soggetta a scarti molto ingenti mentre la maiolica fine andava sempre più perfezionandosi. Così la società Gindrad, che intendeva limitarsi alla sola porcellana, non avendo dietro di sè un sostegno statale ebbe presto bisogno di apporti finanziari e finì per cedere l' impresa nel 1833 a don Luigi Tinelli, un ricco patrizio milanese che era stato il principale finanziatore dei soci francesi.

La gestione Tinelli.

La direzione di carlo Tinelli La produzione Tinelli

La direzione di Carlo Tinelli.

Durante la detenzione di don Luigi, della manifattura di S.Cristoforo si occupò il fratello Carlo: in un primo momento acquistandone i beni mobili e affittando l' immobile, ma quando fu inevitabile l' esilio trasformando l' affittanza in acquisto. Carlo Tinelli fu perciò il vero e proprio pioniere della produzione della porcellana in Lombardia, essendoci assoluta carenza di porcellane a firma Gindrad. Egli diresse lo stabilimento per sette anni in forma quasi mecenatizia e si disfece della manifattura solo quando continuare la produzione stava diventando realmente impossibile. Nonostante il titolo di Industria Nazionale, già conferito ai Gindrad, la produzione sotto Carlo Tinelli rimase strettamente locale. Proprio grazie all' insospettabile condotta di don Carlo nei riguardi dell' I.R.Governo, il podestà di Milano lo invitò a partecipare all' esposizione di Vienna nel settembre 1835 "Delle fabbriche, delle manifatture e dell' industria dell' intera Monarchia". Prima di questa esposizione infatti la manifattura Tinelli era stata premiata con la medaglia d' argento dall' I.R. Istituto di Scienze, Lettere ed Arti. Gli oggetti portati alle esposizioni vennero quindi presentati al pubblico nella Galleria De Cristoforis, nel centro di Milano. Troviamo testimonianza di questo nell' invito al pubblico in un annuncio della "Gazzetta Privilegiata". Dopo i tumulti del 1848, ai quali i Tinelli parteciparono attivamente, ed il ritorno di Radetzky dopo la pesante sconfitta di Novara, Carlo Tinelli emigrò in Svizzera con tutta la famiglia. Già dal 1840 la manifattura era però nelle mani di Giulio Richard.

La produzione Tinelli.

Dopo il breve periodo di Luigi Tinelli, il fratello Carlo si occupò per circa sette anni della produzione della porcellana. Uomo di gusto e sensibile all' arte, condusse la fabbrica in modo raffinato e senza concessioni alla popolarità, procurandosi il favore degli intenditori: poche fabbriche ebbero una così grande varietà... di modelli, forme, decori e colori. Fu sensibili anche al gusto orientale: ne sono testimonianza i grandi vasi e le "potiches". Un' altro tipico prodotto della produzione Tinelli furono i grandi vasi per le piante: i "cachepots".

La produzione era indirizzata quindi a oggetti poco mercantili e difficili da realizzare: oltre a quelli già citati si producevano lampadari, posaterie e complicate "litofanie". Inoltre la scarsità dei pezzi giunti sino a noi (eccetto la collezione di famiglia) ci fa pensare che quei pezzi fossero degli unici e irripetuti. Le porcellane che uscivano da S.Cristoforo erano perciò destinate ad abbellire la villa di Laveno o lo splendido palazzo Tinelli a Milano, ridefinito l' Olimpo per la sua sontuosità artistica. Don Carlo si comportava così come un principe ai tempi degli arcanisti settecenteschi, quando le officine di porcellana erano simbolo di alto prestigio e sfornavano pezzi destinati alla sontuosità dei palazzi o come ricchi doni riservati a particolari avvenimenti. La produzione artistico-artigianale Tinelli cessò quando la prestigiosa avventura ceramica di don Carlo cominciava a divenire insostenibile.

Per rilanciare la manifattura di S.Cristoforo serviva così un uomo del mestiere, esperto di formule ed impasti, che permettesse di superare i metodi settecenteschi corretti ma antiquati impostati dai Gindrad. Nel 1840 Giulio Richard rilevò lo stabilimento sul Naviglio da Carlo Tinelli.

Il periodo di Giulio Richard.

Approda a Milano Giulio Richard Nasce la società Giulio Richrad & Co.
Sviluppo della società L'attività, i premi e le esposizioni
La produzione Richard

Arriva a Milano Giulio Richard.

Giulio Richard

Nel 1834 J.Francois Richard aveva lasciato l' impresa di Torino al primogenito ed emancipato Luigi; allo stesso tempo consigliava al secondogenito Giulio di fondare un' impresa analoga a Milano, per non fare concorrenza al fratello. I Richard erano ben noti e grazie alle importanti amicizie, non avrebbero avuto difficoltà a trovare un' aiuto economico per avviare il tutto. Giulio cercava una fabbrica già in attività da rilevare e trovò quanto faceva al caso suo nello stabilimento Tinelli di S.Cristoforo; don Carlo aveva deciso di smettere la produzione e limitarsi allo smercio delle porcellane in magazzino. nel 1840 fu firmato l' atto di vendita, ma siccome non fu possibile la sottoscrizione delle carature della società nei tempi stabiliti nella pattuizione, essa perdette validità.... Giulio ed il suo socio Vittorio de Fernex optarono così per un rapporto di affitto. I due divennero i gerenti dello stabilimento e, in vista degli incrementi della produzione ampliarono i locali, comperarono un terreno ivi adiacente e si preparavano alla produzione della maiolica fine.

Nasce la Società Giulio Richard e C.

Il 23 maggio 1842 Giulio Richard e Vittorio de Fernex divennero i proprietari della fabbrica, con capitale diviso in 60 azioni da Lire 5000 cadauna. Grazie al suo spirito lungimirante il Richard progettava il progresso tecnico, convinto che per realizzarlo bisognasse preparare delle maestranze specializzate, da assistere nella vita di lavoro e nell' elevazione sociale. I primi lavoratori della fabbrica erano principalmente contadini senza istruzione o gente di ventura. Per loro egli fondò una scuola, un asilo, una società di mutuo soccorso, case per operai, la mensa ed il forno comune. Gli operai da 120 nel 1842 diventarono 250 nel 1847. Non solo lavoravano nella manifattura degli ottimi disegnatori, ma nella scuola di disegno si perfezionavano validi artisti di fama nazionale. Quando poi a Milano cominciarono le rivolte ed i moti per la libertà, la fabbrica rischiò di chiudere i battenti: mancavano gli operai e la merce rimaneva invenduta. Il de Fernex lasciò la gerenza ma il buon Giulio non volle lasciare morire i vecchi e fanciulli, a cui sarebbe mancato il pane, e continuò a lavorare anche senza speranza e senza vendite.

Egli aveva portato la sua manifattura a livello nazionale e fu il precursore di tutte quelle provvidenze sociali che divennero obbligatorie 100 anni dopo. Era molto amato dai suoi operai che lo chiamavano papà Richard sebbene fosse ancora molto giovane. Il 1853-54 furono due anni duri per la Società: molte industrie dovettero chiudere, ma Giulio Richard andò avanti a qualunque costo per garantire agli operai pane e lavoro. Nel 1859, con l' abolizione dei dazi doganali, la manifattura ribassò le tariffe e aumentò la produzione per vincere la concorrenza. In quell' anno si contavano 350 operai, tra i quali validi pittori, formatori, modellatori e stampatori. Giulio fece costruire per gli operai un magazzino comune, nuove case e istituì un corpo musicale, nonché un fondo pensioni. Per essere più vicino ai suoi lavoratori fissò la sua dimora nei locali stessi della fabbrica e si intratteneva a mensa con gli operai nelle feste e ricorrenze.

Si sviluppa la Società Ceramica Richard.

Già nel 1870 aveva accentrato nelle proprie mani tutte le azioni della fabbrica, che ormai dava lavoro a circa 600 persone.

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Nel 1873 Milano si trovava in piena espansione industriale e sotto proposta del cavalier Cesare Picozzi (titolare di un' altro stabilimento ceramico), insieme a molti altri capitalisti, il Richard dà vita ad un raggruppamento industriale degno dei tempi moderni, con un capitale di 8 milioni di lire divise in azioni da Lire 250 cadauna e che dava lavoro a più di 1100 operai. Fu nominato Società Ceramica Richard. Mentre Giulio assunse la presidenza del nuovo ente, lo stabilimento di S.Cristoforo fu diretto dal Picozzi prima, da Stefano Ragazzi in seguito, ed infine da Augusto Richard (sesto figlio di Giulio) nel 1883. Sotto la direzione di Augusto la fabbrica divenne la maggiore industria nazionale del genere ed era rispettata anche in campo europeo; il giovane Richard, allora aveva 23 anni e girava le industrie Ceramiche d' Europa per aggiornarsi sulla produzione e per tenere la sua manifattura alla pari con le più moderne manifestazioni stilistiche e tecniche. Dal 1887 la S.C.R. si espanse notevolmente, inglobando molte altre fabbriche Ceramiche, e preparando sempre nuove annessioni: fu rilevante l' annessione della Ginori di Doccia nel 1896 che diede vita al famoso binomio Richard-Ginori.

L' attività, i premi, le Esposizioni.

La miglior pubblicità, nel 1800, si effettuava partecipando alle Esposizioni. I prodotti Richard non mancavano mai e l' attività della manifattura è scandita dai riconoscimenti che esse vi ebbe. Nel 1844 La casa Richard espose le sue porcellane al "Seminario Maggiore" e ricevette elogi e riconoscimenti sui giornali ufficiali. L' anno seguente le maioliche all' inglese di S.Cristoforo furono sottoposte alla prova della punta di acciaio (per verificare la durezza dello smalto) e furono premiate con la medaglia d' oro alla Mostra della "Società d' Incoraggiamento di Arti e Mestieri" a Milano. Nel 1847 la Richard ottenne la medaglia d' oro dall' I.R. Istituto Lombardo per le migliorie apportate alla fabbricazione delle porcellane e nel 1855 analogo premio per le maioliche all' inglese. L' attività di Giulio Richard veniva rispettata anche all' estero e come segno di riconoscimento veniva nominato membro delle Giurie Internazionali delle Esposizioni: a Parigi (1855), Bruxelles (1856), Londra (1862), Vienna (1873), Torino (1884). Per motivi tecnici le maioliche a lustro metallico e le stoviglie verniciate senza il piombo (particolarmente dannoso) ricevettero la medaglia d' argento dall' Istituto Regio nel 1863. Nel 1878 a Napoli, la Richard dimostrò, pur essendo fuori concorso, che poteva eguagliare e superare le manifatture europee. Nel 1881 all' Esposizione Milanese vennero a contatto i Richard e i Ginori, spartendosi medaglie e riconoscimenti. Nel 1886 morì Giulio Richard dopo una vita di sacrifici e soddisfazioni da illuminato capitano di industria.

La produzione Richard.

La società Richard si limitò tra il 1842 ed il 1845 alla produzione della porcellana e costituiva in realtà la vendita delle scorte di magazzino della produzione Tinelli. Un contratto firmato dal Richard e da Carlo Tinelli stabiliva infatti le modalità di vendita delle rimanenze dei depositi. Per i primi anni quindi la società mise sul mercato quattro tipi di porcellane: 1) porcellane già decorate sotto la gestione Tinelli; 2) porcellane già cotte in bianco sotto Tinelli ma decorate da maestranza Richard; 3) porcellane di produzione Richard ma su modelli Tinelli; 4) porcellane di nuova fabbricazione e di nuovo modello. I modelli duravano generalmente molti anni e venivano affiancati da quelli nuovi: per questo le indagini sulle tipologie stilistiche non sono semplici; la datazione va intesa come labile ed elastica. Durante la trentennale attività di Giulio la produzione fu impostata sull' imperante Neobarocco; la produzione di Augusto Richard fu imitativa di quanto di meglio si facesse allora in Europa: la manifattura si rivolse ad artisti di ottimo nome e originalità: il Danielli, il Magni, il Campi, il grande Vincenzo Vela. Il successo della produzione è testimoniato dai successi delle esposizioni ed in particola re quella di Torino nel 1884. Nel decennio seguente la società è in continua espansione e lo dimostra una ricchissima fabbricazione, multiforme e quindi difficile da catalogare. Si era ormai alla fine del secolo e cominciò a diffondersi lo stile Liberty.

La produzione di Augusto Richard fu imitativa di quanto di meglio si facesse allora in Europa; la manifattura si rivolse ad artisti di ottimo nome e originalità: il Danielli, il Magni, il Campi, il grande Vincenzo Vela. Il successo della produzione è testimoniato dai successi delle esposizioni ed in particolare quella di Torino nel 1884. Nel decennio seguente la società è in continua espansione e lo dimostra una ricchissima fabbricazione, multiforme e quindi difficile da catalogare. Si era ormai alla fine del secolo e cominciò a diffondersi lo stile Liberty.

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