Jean Paul Marat

Jean Paul Marat (Boudry, Svizzera 1743- Parigi 1793) uomo politico e pensatore francese. Studiò medicina in Francia e in Inghilterra, dove pubblicò pregevoli lavori scientifici e si affiliò alla massoneria (1774). Tornato in Francia, sulle colonne di "L’Ami du peuple", giornale rivoluzionario dai toni violenti e dalle posizioni radicali, da lui stesso fondato nel settembre del 1789, attaccò la monarchia e denunziò l'incoerenza della borghesia che proteggeva le proprie ricchezze e i propri privilegi e nella sostanza tradiva i principi della rivoluzione. Avversario dei monarchici costituzionali, dopo la tentata fuga di Luigi XVI (1791), ne chiese la destituzione e lottò contro la legge Le Chapellier, non tanto riguardo il suo contenuto sociale quanto il suo intento di impedire ai cittadini di occuparsi insieme della cosa pubblica. Fautore di una dittatura rivoluzionaria, fu eletto alla convenzione (1792). Esigette misure estreme contro i nemici del popolo ed accusato dai girondini di essere l’istigatore dei massacri di settembre, fu assolto dal tribunale rivoluzionario (1793). Divenne quindi portavoce delle radicali istanze dei sanculotti, attaccando il governo girondino e contribuendo a spingere la Comune di Parigi alle insurrezioni del 31 maggio e del 2 giugno 1793, preludio del Terrore. Ebbe parte decisiva nella caduta della gironda. Fu assassinato da una giovane aristocratica, Charlotte Corday. Nel 1794 la Convenzione decide il trasporto al Pantheon delle sue spoglie e di quelle di Rousseau.

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