La vita

Pier Paolo Pasolini nasce, a Bologna, il 5 marzo 1922. Il padre, Carlo Alberto Pasolini è ufficiale di fanteria, la madre, Susanna Colussi, è maestra elementare.
Durante l’infanzia e l’adolescenza, a causa dei continui trasferimenti del padre (ufficiale di carriera), si sposta prima a Parma, quindi a Belluno, Conegliano, Cremona e Reggio Emilia. Fondamentali rimangono i soggiorni estivi a Casarsa l’incontaminato, primitivo mondo campestre a cui sarà strettamente legato il suo esordio letterario e a cui emotivamente lo scrittore rimarrà legato per tutta la vita.
Dopo il liceo, nel 1939 s’iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna
Nel 1942 pubblica a proprie spese un volumetto di poesie che suscita l’interesse di Gianfranco Contini, Poesie a Casarsa. La raccolta è scritta in dialetto friulano

L’8 settembre del ’43 Pasolini fugge da sotto le armi e torna a Casarsa, dalla madre. Dopo la fuga dalle armi Pasolini trascorre i lunghi mesi dell’occupazione nazista nella cittadina friulana e nel borgo di Versuta. Qui, in casa, con mezzi di fortuna, organizza una scuola gratuita per pochissimi alunni, mentre continua ad occuparsi del recupero del dialetto friulano con un gruppo di amici.
Pasolini racconta in diari, in scritti autobiografici, e in abbozzi letterari rimasti allora inediti delle privazioni, dei pericoli, degli amori omosessuali, degli incontri, di quegli anni vissuti a contatto con la natura.
Nel maggio del 1945 riceve la tragica notizia della morte del fratello Guido (nato nel 1925). Nell’autunno di quello stesso anno, Pier Paolo si laurea. Sempre in quell’autunno, finita la guerra, torna dalla prigionia del Kenia il padre. Il ritorno del padre, la morte del fratello e il dolore sovraumano della madre rendono questo periodo il più tragico della sua vita.

Pasolini comincia ad ampliare i propri contatti culturali attraverso alcuni viaggi a Roma pur continuando a vivere a Casarsa.
Il ’47 è anche l’anno della «scoperta di Marx» e della sua adesione al Partito comunista .
Dopo un periodo d’insegnamento nella scuola media di Valvasone, conclusosi con un processo per corruzione omosessuale e con l’espulsione dal Pci, nel 1949 Pier Paolo, fugge con la madre a Roma. Così Pasolini scopre il popolo della periferia: la Roma delle borgate che diverrà lo scenario dei suoi romanzi di maggior successo.
Migliorata intanto la sua situazione economica, si trasferisce in un appartamento nel quartiere di Monteverde Nuovo. Al fitto lavoro di studio e riscoperta della tradizione dialettale italiana che accompagna.Nel 1955, con gli antichi compagni d’università, Leonetti e Roversi, fonda a Bologna la rivista critica «Officina».

Stringe nuove amicizie con Alberto Moravia, Elsa Morante e con l’attrice Laura Betti; e si fa protagonista di varie polemiche politiche e intellettuali. Nonostante la notorietà, Pasolini continua a trascorrere la maggior parte della sua vita «al di là del confine della città, oltre i capolinea». E il mondo del sottoproletariato romano gli ispira, oltre ad alcuni versi contenuti nelle raccolte di poesie Le ceneri di Gramsci (1957) e La religione del mio tempo (1961), un nuovo romanzo Una vita violenta (1959).
A partire dal 1960 Pasolini passa dalla letteratura al cinema. Nell’autunno del 1961 è vittima di una campagna diffamatoria e viene addirittura accusato di rapina a mano armata. La sua fama intanto si diffonde anche sul piano internazionale e le sue opere vengono tradotte in numerose lingue.
L’attività cinematografica, inoltre, gli consente di allargare i suoi contatti con gli ambienti più diversi. Stringe amicizia con la grande cantante lirica Maria Callas, protagonista del film Medea.

Nel contempo, anche negli anni Sessanta, prosegue la sua attività di narratore, di poeta, di saggista e polemista.
Il 1965 segna l’inizio della sua produzione teatrale
Nel 1968 suscita scalpore e accese polemiche il suo clamoroso intervento poetico Il Pci ai giovani!!, con cui attacca duramente e amaramente il Pci e difende i poliziotti d’origine proletaria contro gli studenti, figli di borghesi e piccolo-borghesi. Negli anni successivi, infatti, s’intensifica notevolmente la sua attività di critico militante sui giornali e sulle riviste. Ferocemente e dolorosamente ripiegato in un pessimismo assoluto nei confronti della realtà violentemente degradata, Pier Paolo Pasolini, il corsaro dalla disperata vitalità, muore assassinato in circostanze oscure tra il I° e il 2 novembre 1975. All’alba del 2 novembre viene trovato ucciso in uno spiazzo polveroso, all’Idroscalo di Ostia, e per una raccapricciante fatalità, proprio nella periferia suburbana di Ragazzi di vita, di Una vita violenta e di Accattone.

Bibliografia

www.wikipedia.it

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